“Perchè nonostante sia innamorato della mia compagna ho perso il desiderio?” è la domanda che mi ha posto un ragazzo durante un recente incontro di terapia. È un interrogativo che, declinato in diverse forme, coinvolge un numero importante di persone e coppie. L’immagine del maschio assetato di sesso, lascia abbondante spazio ad un uomo “moderno”, che scappa, o che tende a dosare con parsimonia i suoi bollenti ardori erotici. La donna in questo è sempre più pronta a sostituirlo o ad esserne lo specchio.
Il tema del “desiderio perduto” è un tema caldo che solleva, in modo più o meno condivisibile, nuovi interrogativi, rispetto all’ideale di coppia stabile, monogama e duratura.
Ho circa 40 anni e appartengo a quella generazione che ha avuto la fortuna di vivere a cavallo tra il mondo ante internet e quello post. Avevo 19 anni ed era la fine del mio ultimo anno di liceo quando ho avuto il mio primo telefonino con annesso privilegio di effettuare chiamate e inviare messaggi (con un limite di 60 caratteri!). Tutto a pagamento. Ad ogni modo, il telefono di casa rimaneva ancora il principale supporto comunicativo. Poi le prime chat, l’accesso libero alla rete, finchè la comunicazione virtuale ha, nel quotidiano, di gran lunga superato quella diretta.
Cosa ha a che fare questo con il desiderio?
Chiudete gli occhi e pensate per un attimo a ciò che desiderate di più in questo momento.
Probabilmente vi verrà in mente qualcosa che attualmente non possedete: un bel viaggio, una persona cara, un’esperienza, un conto in banca migliore di quello attuale. Questa è la legge del desiderio. Desideriamo ciò che non possediamo o sentiamo di non possedere. Lo desideriamo meno quando ci abituiamo alla sensazione di averlo. Lo desideriamo nuovamente quando lo perdiamo (a meno che non lo abbiamo consumato del tutto).
Quando ho avuto la mia prima fidanzata ero al quarto anno di liceo e lei frequentava la mia classe. Potevo vederla solamente a scuola e dovevo ottimizzare tutte le mie doti di seduttore sfruttando i pochi minuti prima dell’ingresso in classe e quelli durante la ricreazione. Ero costretto a catturare la sua attenzione durante le vivaci chiacchiere nelle quali era coinvolta con il gruppo delle “femmine”.
Mi ci è voluto tempo e numerose confronti con i miei consiglieri “maschi” per trovare la giusta strategia ed il coraggio che mi consentissero di ottenere il numero di telefono.
Di casa.
“Ed ora? Cosa le dico? Come posso intrattenerla in maniera brillante? Dovrò superare lo scoglio dei genitori che risponderanno al telefono!” Operazione impegnativa.
Prima di ottenere la possibilità di uscire da soli sono passati dei mesi ed il tempo che intercorreva tra una telefonata ed i nostri incontri era fatto di immaginazione, fantasie e tanto desiderio. Tra un appuntamento e l’altro non avremmo avuto altre possibilità di contatto e questo ci costringeva a vivere pienamente il tempo passato insieme, condividere faccia a faccia i nostri sentimenti, i pensieri e a risolvere le crisi.
Oggi la comunicazione nelle relazioni è molto diversa, né peggio, né meglio, semplicemente differente. Quando sentiamo sorgere il desiderio del nostro partner c’è il telefono, con le sue funzionalità, a soddisfarci immediatamente.
Le chat, i social, le video-chiamate hanno il potere di ridurre in tempo reale, e a bassissimo costo, il nostro desiderio di contatto, condivisione e persino di controllo.
Se ci sentiamo soli basta un click a darci l’illusione di non esserlo. Se abbiamo litigato possiamo scrollarci di dosso la frustrazione dell’attesa tentando una risoluzione via chat. Se vogliamo comunicare i nostri sentimenti possiamo ridurre l’impatto emotivo evitando di farlo guardandoci negli occhi.
La modernità ci aiuta ad azzerare le distanze, annullare le attese, ridurre le difficoltà. Ma, se sono proprio questi gli elementi che nutrono la magia del desiderio, allora come possiamo alimentarlo nelle nostre relazioni? L’evoluzione ci offre, con rapida e costante innovazione, tanti strumenti comunicativi. Siamo consapevoli dei vantaggi e delle insidie?
Forse una delle sfide a cui sono chiamate le nuove generazioni è proprio questa: trovare nuovi modi e nuovi mezzi per alimentare i nostri desideri.